Nell’ultimo articolo di quest’anno ho deciso di omaggiare il sommo poeta Dante Alighieri, poichè nel 2021 è stato celebrato il settecentesimo anniversario della sua morte. Lo farò parlandovi e facendovi conoscere il certosino Dom Juan de Padilla, il maggiore fra gli imitatori spagnoli della celeberrima Divina Commedia del poeta toscano.
Ma chi era costui?
Juan nacque a Siviglia nel 1468, egli entrò nella certosa di Santa Maria de las Cuevas quando aveva circa una trentina d’anni. Egli fu eletto priore nel 1502, e successivamente inviato alla certosa di Aniago nel 1503, e poi in quella di El Paular nel 1508. Fece ritorno a Siviglia nel 1512 per poi andare alla certosa di Cazalla nel 1514, e fare infine ritorno a Las Cuevas nel 1519, dove poi morì in carica il primo luglio 1520. Fin qui le note biografiche di questo dotto certosino, che dedicò la sua vita monastica oltre che alla preghiera ed al silenzio alla poesia. Dom Juan de Padilla fu uno dei più importanti patrocinatori della poesia dantesca e, quindi, della Divina Commedia alla quale si ispirò per realizzare le sue principali opere. Tra le sue composizioni giovanili, “El laberinto del Marqués de Cádiz Ponce de León” (1493), nonchè alcune favole mitologiche, di cui purtroppo non ne è rimasto alcun esemplare. In età matura, Scrisse un poema sulla vita di Gesù, una biografia spirituale sulla vita di Cristo “Retablo de la vida de Cristo” terminato il 24 dicembre del 1500, di piacevole semplicità e chiarezza, ed un poema allegorico anch’esso di imitazione dantesca, “Los doce triumphos de los doce Apóstoles” terminato il 14 febbraio 1518 e stampato nel 1521. In entrambe si nota la talentuosa vena poetica di Dom Juan, il quale dimostra la profonda conoscenza del poema dantesco che si rivela per via delle numerose allegorie e della presenza del viaggio nell’oltretomba che Dom Juan avrebbe compiuto, descrivendo la geografia dei territori in cui gli Apostoli operarono, territori raccolti nei dodici segni dello Zodiacoi i quali, a loro volta, girano attorno al Sole, allegoria di Cristo.
A questi elementi astrologici iniziali, in cui ogni apostolo è associato a una costellazione, se ne aggiungono altri di natura cosmologica e geografica, seguendo i movimenti degli apostoli, e le visite al Purgatorio e all’Inferno guidate da San Paolo, a simiglianza della Divina Commedia.
Nella sua epoca questo monaco certosino fu definito dai critici letterari come il miglior imitatore di Dante ed anche “El Homero Español y el Dante Español”, la sua poetica era classica ma proiettata verso il Rinascimento. E’ ritenuto uno dei più significativi poeti durante il regno di Ferdinando e di Isabella. Tutti i suoi scritti erano firmati el cartujano, ovvero un certosino come di consuetudine del suo Ordine religioso.
Al termine di questo articolo vi propongo la citazione di Dante Alighieri fatta riferendosi ai monaci certosini
“Qui son li frati miei che dentro ai chiostri fermar li piedi e tennero il cor saldo”
(Paradiso, XXII, 50-51)
Filed under: Senza categoria | Leave a comment »