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13 novembre: Solennità di tutti i santi certosini

Genalogia dei Padri certosini (certosa Calci)

Cari amici di Cartusialover, ecco per voi un’articolo che ci ricorda la solennità che ricorre oggi, ovvero la memoria liturgica nelle certose di tutti i santi dell’Ordine.

Ma la cosa straordinaria è che il testo che segue mi è stato inviato da un amico che mi segue dall’Argentina, il quale ha espresso la sua volontà di vederlo pubblicato sul mio blog. Ho subito esaudito la sua richiesta, poichè da sempre, come sa bene chi mi segue, Cartusialover è uno spazio aperto a tutti coloro che vogliono comunicare su argomenti inerenti quello che io amo definire universo certosino. Finora ho ricevuto e pubblicato, testimonianze di esperienze vissute in certosa, che hanno riscontrato l’interesse di voi lettori, oggi dunque per la prima volta un’interessantissimo elaborato per il quale ho provveduto alla sola traduzione dallo spagnolo. Ringrazio Francisco Albarenque Rausch

Sono pertanto lieto di condividere con voi il testo che segue:

statbn

La Certosa è più interessata a fare i santi che a dichiararli“, scriveva papa Benedetto XIV nel 1744. Per questo l’Ordine non introduce né incoraggia mai cause di canonizzazione di alcuno dei suoi membri. Tuttavia, la Chiesa ha riconosciuto nell’Ordine della Certosa 35 santi e beati: a capo il fondatore san Bruno, tre priori, otto vescovi, un frate monaco, due monache, diciotto martiri inglesi e due martiri francesi.
In genere, questo nutrito numero di santi è composto da vescovi e martiri, nel qual caso l’Ordine certosino non è richiesto per la loro beatificazione e canonizzazione. In altri casi una “causa” non è mai esistita, e la dichiarazione è stata decretata direttamente dal Papa. Questo è chiamato “canonizzazione equivalente” (“equipollens canonizatio” in latino). Ciò avviene quando il Papa riconosce e ordina il culto pubblico e universale di un defunto perché la venerazione del santo è stata data nella Chiesa fin dall’antichità e senza interruzione.
Il primo certosino ad essere aggiunto ai santi fu Sant’Ugo, Vescovo di Lincoln (Inghilterra), morto nel 1200 e canonizzato nel 1220. Contemporaneamente si aggiunse anche la celebrazione di Sant’Ugo da Grenoble, sebbene non fosse un certosino, ma viene considerato quasi come cofondatore della prima Certosa. La beatificazione di San Bruno porta naturalmente la sua festa nel 1515. La sua memoria oltrepassò i limiti dell’Ordine quando fu canonizzato nel 1623. Nel 1607 si aggiunge la memoria di Sant’Antelmo, che convocò il primo capitolo generale dell’Ordine nel 1142. E nel 1745 si aggiunge la memoria del Beato Niccolò Albergati, vescovo certosino italiano del XV secolo.
Durante il pontificato di Pio IX, nove santi e beati certosini furono incorporati nel calendario dell’Ordine: il Beato Giovanni di Spagna (iniziatore del ramo femminile dell’Ordine), Santa Rosalina e la Beata Beatrice (monache francesi del XIII e XIV secolo), Santi Stefano e Artoldo, Beato Ayraldo (questi ultimi tre, insieme a Sant’Antelmo, furono monaci della Certosa francese di Portes), Beato Guglielmo da Fenoglio (unico certosino tra i santi che non fu né sacerdote né martire), Beato Odone (di cui non si sa molto) e il beato Bonifacio (un novizio certosino che non fece mai la professione perché nominato Vescovo di Canterbury).
Nel 1887 papa Leone XIII beatifica i diciotto certosini inglesi martirizzati sotto il regno di Enrico VIII. E nel 1894 fu aggiunta al calendario la memoria del Beato Lanuino, compagno e successore di San Bruno nella Certosa di Calabria.
Dopo il Concilio Vaticano II, papa Paolo VI canonizza i priori Giovanni, Roberto e Agostino, che appartenevano al gruppo dei diciotto martiri inglesi beatificati da Leone XIII. I tre furono i primi di questo gruppo di monaci inglesi ad essere martirizzati, il 4 maggio 1535. Infine, nel 1995, Giovanni Paolo II aggiunse al calendario dei santi due nuovi beati: Claudio Beguignot e Lázaro Tiersot, martirizzati durante la Rivoluzione francese.
In nove secoli di storia alcuni di questi santi sono stati celebrati in date diverse, a volte a seconda del monastero. Questo è il motivo per cui esistevano diversi calendari certosini fino a tempi recenti. Solo 3 anni fa è stato approvato un calendario unificato per l’intero Ordine. Il calendario certosino (Calendarium ad usum Ordinis cartusiensis) è stato approvato il 30 novembre 2018 dal cardinale Robert Sarah, allora prefetto della Congregazione per il culto divino. In questo calendario sono stabilite le seguenti celebrazioni:

GENNAIO
3 Beato Ayraldo, monaco e vescovo (libera memoria)
14 Beato Odone, monaco e vescovo (libera memoria)

FEBBRAIO
4 Beato Lanuino, monaco (
memoria libera)

APRILE
22 Sant’Ugo da Grenoble, vescovo (
12 letture)

MAGGIO
4 Santi Giovanni, Agostino, Roberto e beati compagni, monaci e martiri (
12 letture)
10 Beato Niccolò Albergati, monaco e vescovo (
libera memoria)
24 Beato Guglielmo da Fenoglio, monaco (
12 letture)

GIUGNO
25 Beato Giovanni di Spagna, monaco (
3 letture)
26 Sant’Antelmo, monaco e vescovo (
12 letture)

LUGLIO
6 Santa Rosellina, vergine e monaca (
12 letture)
14 Beato Bonifacio, monaco e vescovo (
libera memoria)
16 Beati Claudio e Lazzaro e altri martiri certosini (
3 letture)

AGOSTO
5 Beato Guglielmo Horne, monaco e martire (
3 letture)

SETTEMBRE
7 Santo Stefano, monaco e vescovo (
libera memoria)

OTTOBRE
6 San Bruno, monaco (
solennità)
8 Sant’Artoldo, monaco e vescovo (
libera memoria)

NOVEMBRE
13 Tutti i santi monaci e monache certosine (
12 letture)
14 Commemorazione dei defunti dell’Ordine Certosino
17 Sant’Ugo di Lincoln, monaco e vescovo (
12 letture)
25 Beata Beatrice, vergine e monaca (
3 letture)

stelle sette x

Chi conosce il Rito Romano avrà notato che in questi santi non ci sono “feste” e ci sono celebrazioni chiamate “3” e “12 letture”. Avrai anche notato che esiste la categoria “monaco” e “monaca”, che non esistono nel rito romano. Conviene qui ricordare che l’Ordine certosino ha un proprio rito, sia nella messa che nelle ore canoniche. Nelle “memorie” il santo o il santo è menzionato solo nell’ultima frase. Nelle celebrazioni delle “3 letture” vi sono più elementi presi dal proprio o dal comune. Nelle celebrazioni delle “12 letture” e nelle “solennità”, sono proprie del santo le letture del “mattino” (equivalente all'”ufficio della lettura” nel rito romano). E, come suggerisce il nome, ci sono dodici letture.

Vale anche la pena ricordare che il Beato Guillermo Horn è uno dei diciotto martiri inglesi beatificati da Leone XIII, e ha una propria celebrazione per essere stato l’ultimo martirizzato, il 4 agosto 1540. Infine, gli “altri martiri certosini ”menzionati nel calendario certosino il 16 luglio, insieme ai beati francesi Claudio e Lázaro, sono tutti quei martiri dell’Ordine che non sono stati beatificati né canonizzati. Essi sono:

  • altre Certosine vittime della Rivoluzione francese,
  • i certosini di Praga, assassinati dagli hussiti nel 1421;
  • Dom Justus van Schoonhoven, sacrestano della Certosa di Delft (Paesi Bassi), martirizzato dai calvinisti nel 1572;
  • i monaci della Certosa di Roermond (Paesi Bassi), anch’essi martirizzati dai calvinisti, nel 1572;
  • Sei monaci di Montalegre, assassinati a Barcellona durante la guerra civile spagnola nel 1936;
  • i dodici certosini di Farneta, vicino alla città di Lucca, Italia, fucilati da un contingente di SS naziste perché avevano dato rifugio a ebrei e partigiani italiani che erano nella lista di ricerca dell’esercito tedesco, nel 1944.

Ancora un plauso all’amico argentino Francisco per questo testo esaustivo, non dimenticando di recitare una preghiera per tutti i santi dell’Ordine.

Stat Crux Cartusialover

La Nube della non-conoscenza 20

NUBECAPITOLO 20

La bontà di Dio onnipotente che risponde per conto di tutti quelli che, piuttosto che difendersi dalle accuse, non smettono di amarlo.

Penso, dunque, che quanti intendono diventare contemplativi non solo dovrebbero scusare gli altri per le loro parole di rimprovero, ma dovrebbero altresì essere così occupati spiritualmente da prestare poca o addirittura nessuna attenzione a ciò che si va dicendo o facendo nei loro confronti. È quel che fece Maria, nostro esempio in tutto questo, quando sua sorella Marta si lamentò di lei con nostro Signore. E se noi faremo altrettanto, nostro Signore non mancherà di fare per noi oggi quel che fece allora per Maria. Ecco quanto fece, nella sua bontà, nostro Signore Gesù Cristo, a cui non può sfuggire nessun segreto. Quando Marta gli chiese di far da giudice e di dire a Maria di alzarsi per aiutarla a servire, siccome vedeva che Maria era tutta spiritualmente intenta ad amare la sua divinità, con grande cortesia e correttezza rispose lui al suo posto. Ella, infatti, non se la sentiva di lasciar da parte il suo amore per lui, per poter così discolparsi. E come rispose nostro Signore? Certo non come, giudice, secondo quanto aveva invocato Marta; ma come avvocato prese legittimamente le difese di colei che lo amava e disse: «Marta, Marta!». Per ben due volte pronunciò il suo nome, e questo fece per il suo bene, perché voleva che ella lo sentisse e prestasse attenzione alle sue parole. «Tu ti preoccupi — le disse — e ti affanni per molte cose». Gli attivi, infatti, devono sempre occuparsi e interessarsi di una gran varietà di cose, dapprima per provvedere ai loro bisogni, e poi per fare delle opere di misericordia verso il prossimo, come richiede la carità cristiana. Così disse a Marta perché voleva farle comprendere che il suo affanno era cosa buona e utile alla salute dell’anima. Ma perché non pensasse che il suo lavoro fosse il migliore che si potesse fare, aggiunse: «Ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno». Qual è dunque questa cosa? Certamente che si ami e lodi Dio per se stesso, al di sopra di ogni altra attività, materiale o spirituale, che l’uomo possa fare. E affinché Marta non pensasse di poter amare e lodare Dio al di sopra di ogni altra attività materiale o spirituale, e contemporaneamente occuparsi delle necessità di questa vita, per liberarla dunque dal dubbio di poter servire Dio in maniera perfetta attraverso le attività materiali e spirituali nello stesso tempo — poteva sì farlo, ma in maniera imperfetta aggiunse che Maria aveva scelto «l’ottima parte» che non le sarebbe mai stata tolta. Infatti, quel perfetto slancio d’amore che inizia qui sulla terra è ancora lo stesso che durerà per sempre nella beatitudine del cielo: l’uno e l’altro sono una sola cosa.