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Una preghiera per la Festa della Immacolata Concezione

Immacolata Concezione (Gennaro Monte)

Per l’odierna celebrazione della Festa della Immacolata Concezione, è mio desiderio offrirvi una preghiera concepita da un certosino.

Uniamoci a questa sublime orazione per guadagnarci la protezione materna e l’aiuto incessante della nostra Madre del Cielo:

«Vengo prima a Te, Vergine delle vergini, che hai partorito il Figlio di Dio, perché confido in Te più che in tutti i santi, perché so che Tu puoi davanti al mio Dio e Signore più di tutti loro. Regina del cielo, Madre del Re degli angeli, Signora del mondo, gloriosissima Imperatrice del mondo intero, ma anche pia Madre di misericordia, fedelissima avvocata dei peccatori, misericordiosissima riconciliatrice dei colpevoli, dolcissima consolatrice dei miserabili, mi conosco indegno di invocare il tuo nome; Tuttavia, spinto dalla necessità, ricorro alle viscere della tua materna, verginale e divina pietà, che non hai mai chiuso a nessuno che veniva a supplicarti e lo faccio tutto intriso di lacrime d’amore, prostrato davanti ai tuoi santi piedi, io che sono totalmente povero, misero e miserabile peccatore; Vengo a chiederti, mia Signora, un’elemosina della tua misericordia per non morire di fame. Ti chiedo, o mia Signora, colma di carità, che per l’atto di carità che ti rese Madre di Dio, quando pronunciasti il tuo fiat, ti chiedo, insisto, che tu chieda per me almeno una piccola scintilla della carità del tuo dolcissimo Figlio, nulla ti negherà; Altrimenti morirò ai tuoi piedi di fame e di sete d’amore, e così, Signora, permettimi di parlare così, apparirai colpevole della mia morte per non avermi aiutato quando avresti potuto farlo. Non permettere, buona Signora, che si dicano tali cose”

AMEN

“Oratorio Musicale”, sulla vita del Beato Oddone da Novara

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Cari amici lettori, con l’articolo odierno voglio segnalarvi che la scorsa domenica 5 novembre, a Tagliacozzo (Aq) si è svolto un nuovo evento concepito nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno giubilare dedicato al beato certosino Oddone da Novara. E’ stato organizzato un “Oratorio Musicale” sulla vita del beato certosino, esso si è svolto, alla presenza dei fedeli accorsi, nella Chiesa Madre dei Ss. Cosma e Damiano, laddove riposano le spoglie mortali di Oddone.

Ma esattamente cos’è un Oratorio Musicale?

Trattasi di un racconto di carattere religioso, che narra di un personaggio e delle sue vicende, il racconto è affidato ad una voce narrante. La funzione di narratore viene spesso assunta anche dal coro, che sottolinea e commenta i fatti rappresentativi. Una formula che ha riscontrato l’apprezzamento dei presenti.

Ringraziamo dunque gli organizzatori, il Coro Parrocchiale “Timete Deum” e la voce narrante Umberto Panetta. Un plauso particolare vada al Parroco, l’amico don Ennio Grossi, a cui vanno i miei ringraziamenti per avermi offerto il materiale per poter realizzare questo articolo.

A seguire il video della lodevole manifestazione.

Il mistero dell’Assunzione della Vergine

Cari amici lettori, eccoci giunti ad oggi 15 agosto, giorno dedicato alla solenne Festività della Assunzione della Beata Vergine Maria. Per questa celebrazione ho scelto per voi un testo di Dom Augustin Guillerand, estratto dai suoi “Scritti spirituali” nel quale egli ci parla del mistero dell’Assunzione della Vergine Maria.

Ecrits-Spirituels-Guillerand
Il mistero dell’Assunzione della Vergine, come tutti, o quasi, i misteri celebrati nelle nostre solennità cristiane, presenta un duplice aspetto: un aspetto esteriore e un aspetto interiore.
L’aspetto esteriore è anzitutto la morte della Vergine, questo momento che potrebbe essere molto semplice in sé ma non può che essere molto grande per noi: conformarsi al suo divin Figlio e condividere, per quanto possibile, la sorte del suo figli adottivi, si sottomise alla legge della morte, che però non era fatta per lei, e sperimentò la separazione della sua anima dal suo corpo. È allora, e più propriamente, la riunione di questo corpo e di quest’anima e il glorioso rapimento da parte degli angeli che l’hanno trasportata viva in cielo. Infine, è l’accoglienza riservatagli dalla corte celeste, specialmente il suo divin Figlio e il gesto con cui, con una tenerezza e nobiltà che si può intuire, ha deposto sulla fronte della madre di lei la corona di gloria. (…)
Il mistero dell’Assunzione ha un altro aspetto, un aspetto più velato perché più interiore, e tuttavia non meno reale: è il moto d’amore che, giunta l’ora, trasse l’anima (della Vergine) fuori dal suo corpo , poi la ricondusse ad esso in modo che potesse portare con sé questo corpo nel godimento di Colui per il quale erano stati fatti e uniti. Questo movimento, per un privilegio unico, è iniziato con la vita stessa di Maria, con la sua Immacolata Concezione. (…) Lei vive questo Dio il cui essere è amore. Lo ha visto amarla e donarsi, e ha cominciato a farlo, come lui, per amarla e donarsi. E quella era tutta la sua vita nella sua radicale e vera essenza. Le persone, le cose con cui è venuta in contatto, gli eventi accaduti, è stata la superficie mutevole che passa; sotto questa superficie, sotto la povertà della mangiatoia, l’esilio forzato in Egitto, i lunghi anni di umile lavoro a Nazareth, lo stesso supplizio della croce, vede la stessa realtà profonda e unica che si dona e la chiama a donarsi . L’aspetto interiore dell’Assunzione è questo dono giunto al termine, è la somma di questi doni ripetuti, incessantemente rinnovati… di queste luci con cui Dio si fa conoscere e che Maria accoglie, di questi movimenti attraverso i quali Dio comunica se stesso e al quale risponde l’impulso della sua crescente carità. E arriviamo così a questo culmine, a questo slancio supremo dell’Assunzione, dove l’amore indefinitamente accresciuto scoppia, Dio permettendolo finalmente, i legami che univano la sua anima al suo corpo e poi ristabilivano questi legami per l’ascesa, trionfante, nel corpo e nell’anima.»

La certosa di Pesio ed i suoi 850 anni

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Nell’articolo odierno, intendo informarvi di una particolare ricorrenza e degli eventi ad essa collegata. Trattasi dell’850° anniversario dalla fondazione della Certosa di Pesio, la quale rappresenta un “unicum” per la provincia di Cuneo sia perché monumento storico nazionale con una grande valenza architettonica e artistica, sia per il significato culturale e spirituale che lo stesso rappresenta per tutta la comunità provinciale. Fu la trentesima fondazione certosina, concepita nel 1173 e la terza in territorio italiano dopo Serra e Casotto. Di seguito gli eventi previsti per celebrare questa data importante per tutto il territorio della valle di Pesio, influenzato dalla preziosa presenza certosina.

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Ha avuto luogo giovedì 13 giugno la prima delle serate, a sfondo culturale, in occasione dell’850° anniversario dalla fondazione della Certosa di Pesio, nell’omonima valle del cuneese (Piemonte sud-occidentale). Il primo di cinque appuntamenti a cura del Parco Aree protette Alpi Marittime, in collaborazione con l’Ass. culturale “A.N.T.I.B.O Terre dei Bagienni”, i Missionari della Consolata, i Comuni di Chiusa di Pesio e di Morozzo ed altre associazioni locali. La serata ha avuto luogo all’interno dalla suggestiva chiesa della Correria della Certosa, un luogo di antiche origini, risalente agli esordi stessi della Domus di Pesio, sul finire del XII secolo. Un ambiente ristrutturato e oggi di proprietà dell’Ente Parco, che ben esalta la semplicità dell’originale aula a navata unica, tipica dell’Ordine. Manola Plafoni e Antonella Culasso, moderate da Erika Chiecchio, hanno tenuto una conferenza dal titolo: “Cumino, uomo di scienza nel secolo dei Lumi: speziali di ieri ed erboristi di oggi”, incentrata su materie sia storiche che naturalistiche. La prima – da molto tempo appassionata del “mondo certosino” e da alcuni anni ricercatrice storica sulle tematiche relative ai seguaci di San Bruno – ha parlato di Frà Ugo Maria Cumino, aspirate monaco certosino che si trovava nel monastero di Pesio negli ultimi quindici anni di attività di questo, e che, da lì, scrisse numerose lettere all’amico e maestro Ludovico Bellardi, a Torino. Manola Plafoni ha raccontato come quest’interessante carteggio (conservato alla Reale Accademia delle Scienze di Torino e già tema della sua Tesi di laurea del 2021) permetta di avere informazioni certe sulla Valle Pesio e, soprattutto, sulla Certosa di Pesio in quegli anni (1788/1802). Come, ad esempio, la visita del Padre Vicario della Certosa di Asti – un miniaturista – alla Domus di Pesio, o le relazioni di questa con la Certosa di Collegno (Torino). Notizie che sottolineano la piena attività del monastero, in tutte le sue tipiche funzioni previste dalle Consuetudini, oltre alla numerosa presenza di conversi e servi, che lavoravano per la Certosa, “alla Porta”, “nella spezieria”, piuttosto che a “torcere il miele”. La seconda parte della serata è, quindi, proseguita con un collegamento al tema principale del carteggio: l’ambito botanico. Infatti, il Cumino era solito recarsi nei boschi e sulle montagne attorno al monastero per raccogliere piante da erborizzare ed inviare al Bellardi. Cosa che gli causò anche un allontanamento da questa sua passione, da parte dello stesso Priore della Certosa di Pesio, ritardandogli il noviziato. Antonella Culasso ha, pertanto, parlato di alcune delle piante che il monaco citava nel suo carteggio, come la Salvia glutinosa, il Tymus Serpillus, l’Achillea Millefolium e l’Hipperico Officinale, illustrandone le proprietà. Sempre presso la chiesa della Correria di Pesio avranno luogo altri due appuntamenti legati alla Storia del monastero, il 27 luglio e 10 agosto. Mentre a Morozzo, nella sala “l’Incontro”, rispettivamente il 21 luglio e 4 agosto, sono previste le conferenze del Prof. Giancarlo Comino su: “I Signori di Morozzo e la fondazione della Certosa di Pesio. Documenti e testimonianze”, e della Dott.ssa Manola Plafoni su: “Bruno di Colonia e l’Ordine monastico certosino”, conferenza sulla straordinaria vita del Santo e approfondimenti sulle certose locali e internazionali. A seguire le immagini del primo incontro.

Una conferenza sul Beato Oddone

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Cari amici lettori, come vi avevo annunciato in un precedente articolo, riguardante l’apertura dell’Anno Giubilare straordinario concesso da Papa Francesco con decreto della Penitenzieria Apostolica in occasione degli 825 anni dalla morte del Beato certosino Oddone da Novara. Egli si spense nella città marsicana il 14 gennaio del 1198 e sepolto dal 1139 nella chiesa Madre dei Ss. Cosma e Damiano. In quella occasione furono annunciate le diverse iniziative che in quest’anno si terranno. Lo scorso sabato 17 giugno ha avuto inizio la serie di appuntamenti culturali dedicati alla figura del Beato certosino. Nella splendida cornice della chiesa Madre dei Santi Cosma e Damiano, a Tagliacozzo, in provincia di L’Aquila, alle ore 18:00 si è tenuta la Conferenza dal tema: “Oddone il certosino. I figli di San Bruno ieri come oggi“. Ospite d’eccezione è stato il Professor Fabio Tassone, già direttore del Museo di Serra San Bruno (VV). Il prof. Tassone ha presentato ai presenti la spiritualità dell’Ordine Certosino a cui appartenne il Beato Oddone. Il beato per il tempo in cui visse, rispetto alla fondazione dell’Ordine si può definire un Certosino della prima ora. Proprio il suo tempo fu quello del passaggio dalle iniziali consuetudini alla successiva Regola e stile di vita che sostanzialmente fino ad oggi è rimasto immutato. Diversi gli interventi dei presenti che hanno manifestato il desiderio di approfondire ancora di più la conoscenza di questa figura certosina che la Provvidenza ha affidato alla custodia del popolo di Tagliacozzo. La conferenza ha riscontrato un notevole interesse da parte del pubblico presente rinnovando la devozione e la memoria del Beato Oddone, presto vi saranno nuove iniziative. A seguire le immagini di questo interessante evento.

Eventi da celebrare

Cari amici lettori, voglio condividere con voi in questo articolo odierno due momenti che mi riempiono di soddisfazione. Lo scorso 14 marzo, in occasione della celebrazione della “Giornata nazionale del Paesaggio”, ho ideato, realizzato e partecipato ad una particolare visita illustrata, svoltasi nella “mia” certosa di San Martino a Napoli, oggi Museo, dal titolo “Imago Vesevi”

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I lettori affezionati ricorderanno che nel settembre del 2020, da queste pagine del blog, vi feci conoscere la figura di Dom Severo Tarfaglione, un certosino napoletano testimone della terribile eruzione del Vesuvio del 16 dicembre del 1631. Ebbene, sin da quel momento la mia intenzione era di diffondere e divulgare la conoscenza del suo manoscritto inerente l’attività vulcanica osservata dalla cella della certosa partenopea, proponendo una visita illustrata il 16 dicembre del 2020, ma ahimè la pandemia interruppe bruscamente questa mia intenzione a causa delle restrizioni per la quarantena. Riuscìì soltanto a settembre del 2020, a presentare al pubblico la vita claustrale di Dom Severo in una visita che precedette le successive restrizioni.

A distanza di oltre due anni, sono riuscito a concretizzarla con immensa gioia! Un altro piccolo contributo per realizzare il mio obiettivo. Il video che segue vi coinvolgerà nell’atmosfera creatasi.

Il secondo motivo di compiacimento che nutro, scrivendo questo articolo, è che è il numero 2000! Ebbene si, un altro inaspettato obiettivo raggiunto grazie a voi, che da sempre mi seguite con passione e costantemente mi stimolate e avete reso possibile il raggiungimento di questo traguardo. Duemila volte grazieeeeee!!!!

2000 e logo

Per tale occasione uno di voi, dal Brasile, ha voluto pormi delle domande a cui ho risposto…

Un’intervista? No, una semplice chiacchierata tra cartusiafollowers!

Cosa cambieresti del tuo ultimo anno di blogging?

Non solo l’ultimo anno, anche il corrente o il prossimo, sono sempre alla ricerca di contenuti originali, da proporre in maniera accattivante per coinvolgere voi lettori sempre più.

Se il tuo blog venisse spazzato via, ricominceresti a bloggare da zero domani?

Beh, nonostante la passione, la tenacia, non credo, poichè necessita di tanto impegno lavoro ed energie. Viceversa, ipotizzo di poterlo trasformare in un libro, o qualcosa di simile. Attendo vostri suggerimenti…

Se il tuo blog chiudesse domani, per cosa vorresti essere ricordato?

Sicuramente per l’impegno profuso in anni di ricerca, studio e per aver dedicato del tempo della mia esistenza, ma non avendo mai avuto ambizioni personali, sarei appagato di essere ricordato semplicemente come “certosinologo“.

Ti ricordi il tuo post che ha generato più reazioni?

Si, senza dubbio i vari articoli che ho scritto circa la misteriosa scomparsa del fisico Ettore Majorana. Una miriade di interazioni e commenti, tra i quali quello di un lettore che anonimamente mi scrisse che egli era detentore della verità su questo caso, ma chiedeva riservatezza, che gli ho promesso e mantenuto.

Il migliore e peggiore evento che ti è mai capitato di gestire sul tuo blog

Il migliore? Sicuramente la visita di Sua Santità Benedetto XVI alla certosa di Serra San Bruno, quel giorno mi sentii un reporter, feci quattro articoli nel solo 9 ottobre 2011. Altro evento, triste stavolta, la chiusura della certosa portoghese di Santa Maria Scala Coeli ad Evora, con articoli dettagliati sulla partenza degli ultimi monaci. Quanta tristezza!

E quello più buffo?

Uno su tutti, sempre in occasione della visita del Pontefice ai certosini di Serra, furono scambiate mie considerazioni come asserzioni del Padre Priore Dom Jacques Dupont, diventandone inconsapevolmente…l‘alter ego.

Hanno mai aggregato uno o più articoli senza il tuo esplicito consenso? Se sì, come ti sei comportato?

Si, è capitato, anche una trasmissione televisiva! Ma non ho mai agito, poichè ritengo che divulgare la conoscenza di ciò che chiamo “universo certosino”, sia sempre la priorità…il fine giustifica i mezzi.

Hai mai scritto articoli a pagamento? Oppure hai tratto profitto dalla tua attività di blogger?

No mai! E’ stata una mia convinzione dal primo momento in cui ho realizzato anche il sito Cartusialover. Proposte ne ho avute, ma ho sempre rifiutato, poichè credo fermamente che la mia mission è di natura filantropica. Il riscontro mi è dato da migliaia di contatti che mi ringraziano per sostenere la propria anima ed il proprio benessere con i testi spirituali certosini. E’ questo il mio “profitto”.

Andamento e previsione successo articoli, insomma riesci a prevedere se un’articolo sarà più apprezzato di un altro?

Bella domanda. Spesso accade, ma quando credo che un determinato articolo sarà apprezzato da molte visite resto deluso, mentre viceversa resto stupito dalle tante visite su argomenti trattati che ritenevo fossero meno attraenti.

Articolo con più visite?

Corpus Domini in certosa, l’11 giugno del 2020 con 4391 visite in un giorno.

Andamento visite negli anni?

E’ stato un percorso di crescita costante dal 2009, con il picco raggiunto l’anno della Pandemia, il 2020 quando ho contribuito a confortare gli animi di lettori da tutto il mondo che trovavano ristoro dell’anima con gli antichi testi spirituali certosini, preghiere, meditazioni, vera fonte inesauribile di quiete, e balsamo per lo spirito.

I numeri attuali, in questo articolo celebrativo?

L’ho già scritto prima, è questo l’articolo numero 2000 ed i visitatori dal primo giorno del blog sono circa 2.500.000. I cartusiafollowers sono ad oggi 675.

Vogliamo rivelare un’altra singolare coincidenza in questa data di oggi 21 marzo 2023?

Beh si, oggi è il mio sessantesimo genetliaco. Per me un gradito regalo per questo traguardo di vita importante.

Auguri Roberto a te ed a Cartusialover.

Grazie di vero cuore. Vi abbraccio tutti.

Celebrando Santa Rosellina

Rosellina

Cari amici oggi si celebra la santa certosina Rosellina di Villeneuve. Una data che a molti sembrerà insolita, poichè cambiata di recente. In nove secoli di storia alcuni santi certosini sono stati celebrati in date diverse, a volte, a seconda del monastero. Questo è il motivo per cui esistevano diversi calendari certosini fino a tempi recenti. Solo 4 anni fa è stato approvato un calendario unificato per l’intero Ordine. Il calendario certosino (Calendarium ad usum Ordinis cartusiensis) è stato approvato il 30 novembre 2018 dal cardinale Robert Sarah, allora prefetto della Congregazione per il culto divino.

Santa Rosellina viene celebrata dalla Chiesa il 17 gennaio, e nell’Ordine certosino era celebrata il 20 ottobre, ma con l’entrata in vigore del “Calendarium ad usum Ordinis cartusiensis” questa celebrazione si è spostata al 6 luglio, data della sua ultima traslazione, avvenuta nel 1894.

Dopo aver fatto questa precisazione, vi allego il video della trasmissione “Parole dal silenzio” con la puntata dedicata alla santa certosina. A seguire Litanie ed una magnifica preghiera.

Litanie di Santa Rosellina

(approvate nel 1862)

Signore, abbi pietà.

O Cristo, abbi pietà.

Signore, abbi pietà.

Santa Rosellina, prega per noi.

Ornamento di nobiltà, prega per noi.

Staccato dalle ricchezze, prega per noi.

Sposa di Cristo, prega per noi.

Cura dei poveri, prega per noi.

Specchio della verginità, prega per noi.

Tempio dello Spirito Santo, prega per noi.

Vaso di fede, prega per noi.

Vaso di carità, prega per noi.

Colonna di speranza, prega per noi.

Rosa senza spine, prega per noi.

Leggi senza macchia, prega per noi.

Ricettacolo della modestia, prega per noi.

Discepola di San Bruno, prega per noi.

Modello dei Certosini, prega per noi.

Luce delle monache, prega per noi.

Esempio di umili, prega per noi.

Custode del silenzio, prega per noi.

Perla preziosa, prega per noi.

Compagna degli eremiti, prega per noi.

Insegnamento delle sorelle, prega per noi.

Amante della povertà, prega per noi.

Sostenitrice dei deboli, prega per noi.

Famiglia degli Angeli, prega per noi.

Operaia di miracoli, prega per noi.

Consolatrice degli afflitti, prega per noi.

Rimedio per i malati, prega per noi.

Fiore di perpetuo profumo, prega per noi.

Patrona di Les Arcs, prega per noi.

Agnello di Dio, che togli il peccato del mondo, perdonaci Signore.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, ascoltaci Signore.

Agnello di Dio, che togli il peccato del mondo, abbi pietà di noi Signore.

Preghiera

Preghiamo il Signore. Per amor tuo, Signore, santa Rosellina calpestò la dolcezza di un mondo che aveva per lei solo attrattive per appartenere a te sola; donaci, seguendo il suo esempio, di allontanarci dai beni terreni per essere ricchi, in Cielo, di gioie eterne. Per Gesù, il Cristo, nostro Signore.

Amen.

Dionigi di Rijkel per l’Immacolata

BRUNO E IMMACOLATA

Eccoci giunti al giorno in cui si celebra la Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Ho scelto per voi, una sublime preghiera di Dionigi di Rijkel, estratta dalla sua opera De Præconio B. V. Mariæ. Vi lascio a questa dolce orazione, frutto di una devozione speciale.

Ho una parola da dirti, o Maria incomparabile e deiforme, Maria, Madre dolcissima e più bella di tutte le donne: spanderò, come fosse acqua, il mio cuore alla tua presenza, mia Signora. Ti loderò e ti esalterò, gentile fanciulla. innalzerò il tuo nome, colomba purissima e castissima; mi rallegrerò ed esulterò in te, singolare e celebratissima sposa di Dio; Sarò abbagliato a contemplarti, onestissima Maria; Tu sei gentile e sempre desiderabile con me, o Maria traboccante di bontà, che non mi hai sottratto il tuo aiuto fin dall’inizio della mia vita, e che mi hai fatto dono del tuo affetto e del tuo nome quando, mentre ero ancora un adolescente, non sapevo ancora distinguere il bene dal male. Tu sei degna d’amore, o Signora, che Dio ha amato e della cui figura si è innamorato; in cui non posso trovare altro che gentilezza e dolcezza, misericordia e mansuetudine, carità e onestà; sei tutta bella e non c’è macchia né sulla tua anima né sul tuo corpo; ornamento e gloria delle donne, onore e gioia degli uomini, nostra speranza e avvocata: tu superi la purezza degli spiriti angelici, che superi in santità; tu sei colei che ha più pietà dei miseri, un amante ardente, forte ed una protettrice fedelissima”

“Degnati di accogliere le mie lodi, o Vergine Santa e Maria Santissima!”

A M E N

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       Cappella dell’Immacolata (certosa di Trisulti)

Celebrando San Bruno

 

San Bruno..

Carissimi amici lettori di questo blog, eccoci giunti al 6 ottobre giorno del dies natalis del nostro amato San Bruno. Per questa lieta ricorrenza, voglio omaggiarvi di un piccolo dono. Da oggi vi proporrò estratti di in testo molto singolare concepito in maniera alquanto originale da “un certosino“, il quale ha voluto porre delle domande al Fondatore dell’Ordine certosino. Si, avete compreso bene… la fantasia di questo certosino l’ha spinto ad immaginare di essere un sorta di giornalista che pone domande a San Bruno, in un’intervista impossibile. Ecco per voi l’introduzione, che ci aiuta a comprendere le motivazioni che hanno spinto l’autore di questo testo geniale.

Nell’articolo odierno leggeremo la presentazione e la prima domanda.

Buona Festività di San Bruno a tutti!!!

6 dialogo

DIALOGO CON SAN BRUNO

Presentazione

Il 1984 ha portato un grande evento al mondo certosino. Così grande che si celebra solo ogni cento anni e, quindi, non tutti i certosini hanno l’opportunità di celebrarlo.

È vero. Nel 1984 l’Ordine Certosino ha celebrato il IX centenario della sua vita nella Chiesa. Il Capitolo generale del 1983 aveva già avvertito che la commemorazione di tale evento doveva essere certosina, cioè non rivolta all’esterno, ma all’interno. Pertanto, se avessimo intenzione di realizzare qualcosa in questo Centenario, ciò che realizzassimo dovrebbe essere per un aumento della nostra consegna al Signore e un aumento della comprensione e dell’esperienza della vocazione che abbiamo ereditato dal nostro Fondatore. Sarebbe il miglior ringraziamento per i 900 anni di vita che Dio ci ha donato, al servizio della sua Chiesa.

Infatti, come partecipanti allo stesso carisma e vocazione di san Bruno, era necessario come cosa naturale e dovere filiale, il desiderio di conoscere meglio quel carisma e questa vocazione. E, naturalmente, questo richiedeva un contatto personale, intimo, segreto – nella “cella” del cuore e non solo nella cella materiale della clausura – con il nostro Padre e Fondatore. Non per nulla egli è il “canale” della grazia per tutti i suoi figli. E solo avvicinandoci a questo “canale” che Dio ci dona, potremo bere senza sosta l’acqua vivificante che ci giunge attraverso di essa.

Nei piani di Dio “tutto è grazia”; non poteva non esserlo anche la celebrazione di quel IX Centenario certosino. Tutti i figli di San Bruno sono stati invitati a celebrarlo con il massimo fervore e devozione.

E accadde l’imprevedibile: che un certosino della Certosa “X“ non avesse altro da fare, che diventare “giornalista” in quello stesso Centenario. Disposto, quindi, a svolgere questo “ufficio”, non aveva altro che il ricordo di “intervistare” suo padre, San Bruno.

Se quello che si celebra è il IX Centenario della fondazione dell’Ordine Certosino, diceva a se stesso, non c’è niente di meglio che proporre al Padre di questa Famiglia certe domande che aleggiavano nel suo spirito e sulle quali vorrebbe avere una risposta autorizzata. Quindi, ovviamente, per questo non c’è niente di meglio di un “intervista” nello stile di quelli che si fanno in questo mondo.

Non è il caso di riferirsi alle peripezie che tale avventura ha comportato, per esempio, per raggiungere il cielo; per superare la negazione del “portiere celeste”, basato sull’idea che un certosino vivente non poteva né entrare in paradiso né San Bruno poteva andarsene; per ottenere che il “colloquio” desiderato avvenisse nel vestibolo, per non mancare di rispetto alle procedure celesti; e, infine, per far accettare a San Bruno, che in questo mondo era così poco amico di parlare delle sue cose, accettasse di parlare con un certosino del XX secolo, ora che è fuori tempo…

Si dice che i giornalisti ottengano tutto. Non so se è vero; Quel che è certo è che il nostro certosino, potenziale giornalista, è stato fortunato e ha fatto a modo suo: ha realizzato la prevista intervista al suo Fondatore. Gli serve per qualcosa essere un Padre.

Fortunatamente per noi, si è anche ricordato di scriverla. Dieci anni dopo quel Centenario, la scrittura è caduta nelle mie mani e ho avuto l’idea di tradurla in portoghese.

Questo è ciò che, in queste pagine, presento e offro nella speranza che sia utile.

L’autore ci dice che non ha scritto tutto quello che ha visto e sentito e non tutto quello che avrebbe voluto scrivere dopo quella singolare “intervista”. Tuttavia, il testo corrisponde alla verità di quanto discusso; l’autore si scusa abbondantemente se, nelle idee trascritte, qualcosa è meno chiaro. Ma confessa che è molto difficile scrivere tutto ciò di cui si discute in un’intervista con un cittadino del cielo.

Per finire, si tenga presente che non era un “giornalista” professionista ma solo “occasionale”; amatoriale, come si dice ora.

Fatto questo avvertimento, che ho ritenuto necessario, mi limito a tradurre il testo originale.

La mia intenzione? Solo questo: che sia umile memoria del passato IX Centenario della fondazione del nostro Ordine e che, a Dio piacendo, quando avverrà la commemorazione del X Centenario, un altro figlio di San Bruno che l’abbia letto sia incoraggiato a ripetere l’avventura del certosino che ci ha lasciato questo lavoro e che si avventuri ad intervistare ancora il nostro Padre e Fondatore, o meglio, a continuare l’intervista qui descritta. “Audaces fortuna juvat” ovvero “La fortuna aiuta gli audaci”.

INTERVISTA A NOSTRO PADRE SAN BRUNO

Cos’è essere certosino?

Dopo la necessaria presentazione del giornalista improvvisato, che San Pietro, come Portiere del Cielo, la fece gentilmente.; dopo la non meno necessaria spiegazione della presenza di un certosino all’ingresso del Paradiso; e, naturalmente, dopo alcuni abbracci commossi, il nostro “giornalista”, pieno di fiducia filiale e senza alcun timore, perché la paura non esiste in quella dimensione, si è espresso così:

Certosino Giornalista (d’ora in poi CG):

Caro padre S. Bruno, perdonami se sono venuto a distrarre la tua contemplazione celeste. Ma guarda, come ti ha spiegato San Pietro, stiamo per celebrare il IX Centenario della nostra Famiglia; Mi sono quindi sentito spinto a fare questa “visita straordinaria”.

Succede che a noi, uomini terreni, ci dicono che eri – e sei! − un mare di bontà; che hai avuto una bontà meravigliosa, come riflesso della bontà divina che tanto avevi sperimentato; e che nessuno si allontanava dalla tua presenza sconsolato e triste.

Questo ricordo mi ha dato le ali per venire a trattare con te delle domande sulla vita certosina, che hai iniziato 900 anni fa e che ci hai lasciato in eredità. E, prima che mi dimentichi, infinitamente ti ringraziamo per averci lasciato questa eredità! Vi preghiamo di trasmettere questa gratitudine al nostro buon Dio “che ci ha scelti e ci ha condotti nella solitudine per unirci a Sé, per intimo amore”.

Inoltre, scusami se non ti lascio parlare, ci viene insegnato, da quando siamo entrati nel deserto certosino, che siamo una Famiglia, di cui tu sei Padre e Fondatore e che, come tale, sei presente in mezzo a noi.

Sì. Ci viene detto che sei presente, non solo perché viviamo la vita che ci hai comunicato; non solo perché partecipiamo alla tua vocazione ed ereditiamo il carisma che hai ricevuto dallo Spirito per tuoi figli; ma anche perché, continuando ad essere nostro Padre, tu sei il “canale” scelto da Dio per comunicarci incessantemente qualcosa della tua vita. Immagino per comunicarci qualcosa della tua santità, dei tuoi esempi, del tuo amore, della tua mentalità e della tua guida.

Se non fosse troppo audace, si direbbe che, come Padre, in un certo senso ti “incarni” nella vita dei tuoi figli. È evidente che con questo non vogliamo pensare alle chimeriche “reincarnazioni” che alcuni mondani immaginano.

Inoltre, ci ricordiamo, e lo sai benissimo, che dobbiamo “assomigliare” a te. E ci viene assicurato che anche i genitori in Cielo nutrono un affetto speciale per quei figli che, in ordine di grazia, sono più simili a loro.

E soprattutto, non possiamo nemmeno dubitarne.

Dico questo perché il Vaticano II − di cui suppongo tu sia ben informato − ha invitato ed esortato tutti i religiosi a sistemare la nostra attenzione e il nostro sguardo spirituale sui nostri rispettivi Fondatori. Il Concilio, infatti, ci dice che «il vostro carisma non ha origine in una mentalità “conforme al mondo presente”, ma è frutto dallo Spirito Santo, che opera costantemente nella Chiesa” (ET 11).

In verità, Padre, questo ci riempie di gioia e di contentezza, perché possiamo considerarti come il “canale di Dio” attraverso il quale ci arriva il dono della vocazione, la grazia per viverla, le grazie per conservarla e gli opportuni ausili per trasmetterla, pura e incontaminata, alle generazioni future.

Perdonami, Padre, queste spiegazioni precedenti, ma ho pensato che fossero opportune per “giustificare” la nostra intervista e la mia comparsa davanti a te, così…

S. Bruno (d’ora in poi SB)… “inaspettata ed audace”.

CG – Quindi, se me lo permetti, ti farò alcune domande sulla nostra vita. Lo farò con filiale fiducia e spero che mi risponda con la tua paterna benevolenza. D’accordo?

SB – Sì. E se qualche domanda è avventata, cosa propria dei mondani, rimarrà senza risposta.

CG – Perfettamente! Veniamo a ciò che conta. Come ti dicevo, abbiamo ricevuto per tua mediazione la grazia di essere certosini. Vuoi dirmi cos’è per te essere certosino?

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Cosa risponderà il Nostro amato San Bruno a questo insolito intervistatore?

Lo scopriremo in un prossimo articolo…

Celebrando l’Assunzione della Vergine Maria

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L’Assunzione della Vergine Maria al cielo è il dogma della Chiesa, stando al quale la Vergine Maria, madre di Gesù, terminata la vita in terra, raggiunse il paradiso non solo nell’anima ma anche nel corpo. Per celebrare questa solenne festività, vi propongo un testo di un certosino, dal titolo eloquente: “Camminiamo insieme” che stigmatizza la fervente devozione certosina verso la Vergine Maria.

Nell’Assunzione di Maria,

mia Madre e la mia migliore Amica.

CAMMINIAMO INSIEME

Non ho ragione a camminare senza meta, l’oscurità mi avvolge e mi disorienta. Non ci sarà una mano amica sulla strada per raggiungere la riva in sicurezza? Cavalcando la notte e le stelle vado a cercare la stella del mattino; Voglio restare aggrappato alla luce che lampeggiano per evitare il mare in tempesta. Era la stella che si accendeva nel mio petto? Era la sua luce che inebriava il mio desiderio? O era la mano che ho cercato con paura e riempito il mio petto aperto di calore? Era senza dubbio la Regina e il Maestro, la Madre, l’Amica e la Compagna: mi teneva così stretta con la sua mano destra che non ho paura di camminare, mi calma. La contemplavo con Giovanni nella Scrittura “vestita di sole, stelle e luna”, come potevo io, che sono spazzatura, stringermi alla sua mano casta e pura? Sono un messaggero di notti tranquille, per arrivare presto al Grande Banchetto, la festa della vita è adornata e la sala eterna già risplende. Beata la mattina che ti porta l’annuncio che sarai la Madre del nostro Redentore e benedetto è l’angelo e il saluto celeste e “benedetto è il frutto del tuo seno”: Mio Signore! La tua risata è come la pioggia che l’alba ha riversato e il tuo petto la fucina in cui l’anima si riscalda; le tue mani che accarezzano e impastano teneramente il Pane che condividiamo e il Vino che si innamora. Mi porti un carico pieno di dolcezza e un giglio ardente di luce tra le mie mani, una lieve cadenza si mescola alla nebbia quando senza meritarlo, ti chiamo da lontano. Cantando con l’alba sei venuta alla mia porta portandomi le risate del tuo mattino in fiore, come anelli di bambini che giocano allegramente, come uno squarcio di secoli che il dolore ha interrotto. Oggi le vostre piante provano con il loro carro di fuoco il sublime concerto che Dio l’ha acceso; stai bevendo la rugiada che il tempo ti ha lasciato quando la stella canta la sua ultima preghiera. Come il canto del grano che si trebbia nei secoli e come l’acciaio duro che rompe la selce, così sei, Amico mio, come un mare senza rive, come i fiori che ridono mentre passano aperti. Come un lungo percorso che avanza nella vita e di notte guardi con il tuo ardente amore, così di giorno mi parli mentre cammino di fretta e mi lavi le macchie quando appare il sole. Le tue mani spogliate saranno una ciotola di fuoco per illuminare i miei passi quando arriverà il dolore; pellegrino di desideri salgo in vetta per spiegare le mie ali che tremano di emozione. Sei come la brezza che accarezza i miei sogni, come una rosa d’autunno che mostra il suo candore, come una candela al vento che accende la mia stella, come una notte tranquilla che si è addormentata teneramente. Oggi voglio un sorriso del tuo bianco mattino e che le tue labbra dicano una lunga preghiera; Possa Dio essere trasparente nel tuo sguardo casto ed essere come l’acqua che canta la sua canzone. Possa la tua presenza risplendere all’alba del sogno e accendere le mille lampade con un bagliore vivo che illumini i tuoi passi che mitemente arrivano e l’arpa della vita che danza intorno a te. Come i raccolti dei prati che tremano per la brezza, come le risate fragorose che esplodono con il sole, come lo sbattere degli uccelli che si precipitano indietro cercando i loro pulcini per riscaldarli. La tua canzone è la barca che mi conduce al porto in questo mare selvaggio che attraversa il mio essere, l’ombra dell’estate mi culla con i suoi sogni affinché io possa viaggiare felice a quest’alba. Come tremano le mie mani quando suono l’arpa pura, sgorgano le note armoniose del mio amore; come tremano i miei occhi leggendo nelle stelle volendo vedere in loro, i tuoi nomi, il meglio: “Stella del mattino!” “! Stella della sera!”, “Stella della mia vita!” “Stella del mio amore!” “Dal mare, stella pura!” … “Stella della mia luce!” “Stella Polare” della mia esistenza, del mio essere, del mio dolore. La tua vita mi dà la vita. Il tuo amore riempie il mio amore. Il tuo dolore calma le mie voglie e alimenta il fuoco del fervore. E, alla fine della mia vita, c’è ancora la viva speranza di vedere il tuo bel viso, di stringere la tua mano pura, di ricevere l’atteso e forte abbraccio delle tue braccia e di riposare nel tuo grembo materno, calmo con il tuo bacio, estasiato con il tuo amore, felice di averti amato e donato il mio amore, il mio agire, il mio cuore … E dalle braccia di tua madre, salta con un colpo tra le braccia di mio Padre: chi mi ama, chi mi chiama, chi mi aspetta, che mi aspetta per farmi riposare con Lui, immerso nella sua eternità. E sembra che mi dica con la realtà attuale: “Il tuo soggiorno è pronto” (Gv 14,2), “il tuo ingresso è ben pagato con il Sangue di Gesù!” (1 Piet 6. 18) Anche ben levigata è “la tua pietra bianca” (Ap. 2. 17), la più preziosa della tua vita, quella che il tuo amore attende e canta; “Con il tuo nome ben inciso” (ibid.) Per il mio carissimo Amore, con il fuoco del mio “Dito” che nessuno può cancellare, né alcun ladro può rubare, perché da Me sigillato “. “Dai, vieni, ti aspetto per calmare, per sempre, la tua infinita voglia di amare!” E poi gli dirò: “Finalmente, Padre, sono arrivato. Io sono con te per sempre Sono felice: ti amerò per sempre! “Mettimi nel petto di tuo padre, misteriosa casa per i bambini, venuti da questo mondo così ordinato, disfatto da tanto e difficile da lottare” 

Un certosino

certosino e Vergine